Pubblicato il

Ortlieb Frame-Pack RC Toptube

Ortlieb Frame-Pack RC Toptube: La Mia Compagna Perfetta per le Uscite Gravel

Ho deciso di acquistare la Ortlieb Frame-Pack RC Toptube perché, pur possedendo già una borsa sottosella Ortlieb, la trovo scomoda per accedere rapidamente a ciò che potrebbe servire durante il viaggio. Preferisco quella sottosella per il vestiario o per gli oggetti che uso solo durante le soste prolungate mentre la borsa da telaio, pur non consentendo un accesso rapido mentre si pedala (cosa forse possibile con la versione a zip), ha un’ampia apertura che permette di recuperare il necessario senza dover svuotare tutto.

Perché la Ortlieb Frame-Pack RC Toptube?

La mia bici, una Cannondale Topstone 105, è la mia compagna di mille avventure, e non volevo rinunciare al doppio portaborraccia per le lunghe uscite. Cercavo una borsa half frame che mi consentisse di mantenere entrambe le borracce e che fosse pratica e capiente. La Ortlieb Frame-Pack RC Toptube è risultata perfetta: robusta, spaziosa e perfettamente compatibile con il setup della mia bici. Uno nota sul doppio portaborraccia:con il frame pack montato, la borraccia sul tubo obliquo è facilmente raggiungibile mentre si pedala, mentre quella sul tubo sella richiede un po’ più di attenzione, quindi per questa seconda borraccia preferisco fermarmi per evitare movimenti scomodi, e durante le pause approfitto per scambiare le due borracce, che riempio solo con acqua.

Primo Test: Laus Gravel

Il primo vero banco di prova è stato alla Laus Gravel, un evento organizzato da Passione Gravel nelle campagne lodigiane. Nonostante fosse la mia prima esperienza con una borsa half frame, il montaggio è stato semplice e intuitivo. Con tre velcri regolabili per il tubo orizzontale e due velcri verticali per la stabilità, si è adattata perfettamente anche alla mia borsa Salsa già montata sul tubo orizzontale. Per evitare graffi sul telaio causati dallo sfregamento, ho applicato del nastro trasparente nei punti di contatto, soluzione semplice ma efficace. 

Il modello da 4 litri è stato perfetto: per questa uscita ho potuto portare focaccine per il gruppo, gel energetici e una giacca tecnica. La chiusura a roll-top con elastici ha permesso di espandere leggermente il volume e di garantire impermeabilità, il che è ideale per affrontare pioggia o guadi.

Secondo Test: DGGD100

Il secondo test è stato la DGGD100, un’uscita di 100 km nella bassa lodigiana con nebbia e freddo costante. Anche in queste condizioni, la borsa ha dimostrato la sua affidabilità, mantenendo asciutte le focaccine e tutto il materiale tecnico. Nonostante fosse piuttosto “cicciotta,” non ha compromesso la pedalata: il carico era stabile, e a fine giro, una passata con la canna dell’acqua e un panno umido hanno riportato la borsa come nuova.

Conclusione

Dopo queste uscite impegnative, posso dire che la Ortlieb Frame-Pack RC Toptube è stata un’ottima scelta: capiente, resistente, facile da pulire, e compatibile con il doppio portaborraccia. Gli elastici di chiusura, inizialmente un dubbio, si sono rivelati utili per ottimizzare la capienza e garantire una chiusura impermeabile.

Se cercate una borsa da telaio affidabile e versatile per le uscite gravel, la Ortlieb Frame-Pack RC Toptube è una scelta che consiglio vivamente.

Recensione di Acciughino

Pubblicato il

GoPro Hero 12

Avventura sugli sterrati sardi con la nuova GoPro Hero 12: esperienza a 360° tra Capo Comino e Berchida

La Sardegna è un paradiso per gli amanti delle escursioni all’aperto, con percorsi mozzafiato che attraversano paesaggi incontaminati. E quale miglior compagno di viaggio se non la nuova GoPro Hero 12? Durante un recente tour tra Capo Comino e la spiaggia di Berchida, ho avuto l’occasione di mettere alla prova questa action cam in condizioni off-road. Ecco com’è andata e perché la Hero 12 si è rivelata uno strumento essenziale per documentare avventure di questo tipo.

GoPro Hero 12: Le novità tecnologiche

La nuova GoPro Hero 12 introduce miglioramenti significativi rispetto ai modelli precedenti, offrendo un’esperienza di ripresa potenziata. Ecco alcune delle caratteristiche principali:

  • Stabilizzazione HyperSmooth 6.0: l’ultimo sistema di stabilizzazione elimina le vibrazioni anche nei contesti più estremi.
  • Riprese 5.3K a 60fps: una risoluzione altissima per catturare ogni dettaglio, dalle coste rocciose alle distese di sabbia.
  • Impermeabile fino a 10 metri: ideale per affrontare qualsiasi avventura, da percorsi sterrati a immersioni subacquee.
  • Batteria Enduro potenziata: durata estesa, anche in condizioni climatiche difficili.

Il test sul campo: Casco vs. Petto

Ho testato la Hero 12 durante due diversi giri sugli sterrati, per mettere alla prova sia la stabilizzazione sia il comfort.

Primo test: GoPro montata sul casco Nel primo test, ho fissato la GoPro Hero 12 sul casco utilizzando l’adattatore in dotazione e attivando la stabilizzazione HyperSmooth. Le riprese risultavano estremamente fluide, eliminando tutte le vibrazioni, il che ha portato a un video impeccabile dal punto di vista tecnico. Tuttavia, c’è stato un compromesso: ho notato il peso della GoPro montata sul casco. Questo ha reso l’esperienza un po’ meno confortevole, soprattutto su percorsi accidentati, dove il movimento della testa amplifica la percezione del carico.

Secondo test: GoPro indossata sul petto Nel secondo giro, ho spostato la GoPro sull’imbragatura da petto e ho disattivato la stabilizzazione. Il risultato è stato molto più soddisfacente in termini di realismo. Il video ha catturato ogni sobbalzo, fornendo una prospettiva molto più immersiva, anche grazie alla visione del manubrio in campo. L’assenza di stabilizzazione ha aggiunto quella vibrazione naturale che si prova in prima persona, trasmettendo davvero le sensazioni del biker.

Conclusione: La GoPro Hero 12, la compagna ideale per ogni avventura

La GoPro Hero 12 è un dispositivo potente e versatile, in grado di offrire video ultra-stabili o riprese più “raw” e coinvolgenti, a seconda delle esigenze. Il peso può farsi sentire quando montata sul casco, ma l’effetto finale giustifica il sacrificio, soprattutto se cerchi riprese fluide e professionali. Al contrario, indossarla sul petto permette una maggiore libertà e un’esperienza video molto più realistica.

Se stai pianificando la tua prossima avventura tra le meraviglie della Sardegna, la GoPro Hero 12 sarà la tua migliore alleata per catturare ogni istante.

credits: ACCIUGHINO

Pubblicato il

REDSHIFT ShockStop Suspension Stem

Recensione del REDSHIFT ShockStop Stem – Testato sulla “El Dur Tour Gravel”

Nel mondo del ciclismo gravel, il comfort e l’adattabilità dell’attrezzatura sono cruciali per affrontare terreni misti e per garantire una guida piacevole e performante. Il REDSHIFT ShockStop Stem promette di essere una soluzione efficace per chi cerca di migliorare l’esperienza di guida su superfici irregolari. Ho avuto l’opportunità di testare il modello da 110 mm durante la mia partecipazione all'”El Dur Tour Gravel” una delle prove del brevetto 2024 organizzato dalla Orio Bike – Passione Gravel, optando per il percorso medio, una scelta dettata dai postumi di un precedente incidente in bicicletta.

Facilità di Montaggio e Regolazione

Una delle principali caratteristiche che cercavo in un ammortizzatore per manubrio era la facilità di montaggio. Il REDSHIFT ShockStop non ha deluso: l’installazione è stata relativamente semplice. Tuttavia, a causa del mio peso di 106 kg, ho dovuto fare attenzione nella scelta degli elastomeri per assicurarmi che il sistema di sospensione fosse adeguatamente rigido per supportare il mio peso senza compromettere l’efficacia dell’ammortizzazione.

La personalizzazione degli elastomeri è una caratteristica saliente del ShockStop. Il prodotto viene fornito con diverse opzioni di elastomeri che permettono di affinare la risposta dell’ammortizzatore in base al peso del ciclista e al tipo di terreno. Per il mio peso, la selezione e l’installazione degli elastomeri più rigidi è stata essenziale per ottenere il livello di supporto desiderato.

lo ShockStop è disponibile in varie lunghezze, da 80 a 120 (con steam positivo o negativo di 6 grandi, semplicemente montando l’attacco al contrario) oppure le due misure 80-100mm hanno la possibilità di essere ordinate con angolazione di 30 gradi, ovviamente solo positivi; interessante anche la possibilità di scegliere il diametro del tubo dello sterzo; per il manubrio invece lo standard è di 31.8 mm e sono disponibili degli adattatori per diametri inferiori (25.4 o 26 mm). In fase di acquisto, dal sito, è possibile ordinare anche l’attacco per il computer, potendo scegliere tra l’attacco Garmin e il meno diffuso Wahoo

Versatilità di Installazione

Un altro punto di forza del ShockStop è la sua versatilità. Questo stem può essere montato con un’angolazione positiva o negativa a seconda delle preferenze di guida e delle necessità ergonomiche. Personalmente, ho optato per l’angolazione positiva, il che ha comportato l’inversione degli elastomeri durante l’installazione. Questa caratteristica modulare è particolarmente apprezzabile perché permette di personalizzare ulteriormente la posizione di guida, adattandola alle specifiche esigenze del ciclista.

Esperienza di Guida

Testando il REDSHIFT ShockStop sul percorso della “El Dur Tour Gravel”, ho notato subito una differenza significativa in termini di comfort e controllo. La capacità di questo stem di assorbire gli shock e le vibrazioni provenienti dal terreno ha permesso una riduzione notevole della fatica su braccia e spalle, un aspetto particolarmente importante per me, che mi sto ancora riprendendo da un incidente: non aspettatevi ovviamente quanto potreste ottenere da una fofrcella ammortizzata, ma sicuramente per chi usa forcelle in carbonio avere la possibilità di ridurre le vibrazioni trasmesse dallo sterrato è un’ottima qualità

Il percorso medio dell'”El Dur Tour Gravel”, noto per la sua varietà di terreni, è stato l’ambiente ideale per mettere alla prova l’efficacia del ShockStop. Le sezioni di sterrato carrabile, alternate a tratti più tecnici in single track sulle rive del fiume Adda, hanno messo in luce la capacità dell’ammortizzatore di migliorare la stabilità e la sicurezza durante la guida, permettendomi di concentrarmi sul piacere della pedalata piuttosto che sul disagio fisico; nei tratti asfaltati è come non averlo, nel senso che dopo i primi metri di pedalata ci si può dimenticare di averlo, sembra tutto naturale; se poi passate ad una bici senza ShockStop vi accorgerete immediatamente di quanto eravate assuefatti

Conclusione

Il REDSHIFT ShockStop Stem si è dimostrato un eccellente alleato per chi cerca di migliorare l’esperienza di guida sulle bici gravel. Con la sua facile installazione, la possibilità di personalizzazione attraverso la regolazione degli elastomeri e la versatilità di angolazione, offre un notevole miglioramento del comfort e della performance. Per ciclisti più o meno pesanti o per coloro che si stanno riprendendo da infortuni, come nel mio caso, questo componente offre una soluzione efficace per affrontare lunghe distanze su terreni impegnativi con maggiore sicurezza e piacere. Se state cercando di elevare la vostra esperienza su gravel, il REDSHIFT ShockStop merita sicuramente una considerazione.

credits: ACCIUGHINO

Bici utilizzata Cannondale Topstone 105